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Servizi turistici e strutture
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La storia
Amendolara, Minnuàre in dialetto locale, è una cittadella situata su una serie di pianori verso il mare. Il nome deriva probabilmente dal greco Amygdalaria ossia “mandorlai” per la ricca produzione di mandorle. L’abitato è tradizionalmente diviso tra “paese” e “marina”.
In epoca romana, a venti miglia dalla città di Thurii, la citta delle mandorle fungeva da Stazio ad Vicesum, stazione di posta della via litoranea contribuendo
a far crescere l’interesse per il territorio tant’è che vi furono fondate un’abbazia bizantina , una abbazia cistercense e numerose grotte eremitiche. Intorno
all’anno 1000 venne costruito il castello, che passò in successione a numerose famiglie nobili. Nel XV secolo vi nacquero Pomponio Leto e Facio Patarino e nel XVI secolo si ebbero la costruzione del Convento Domenicano e della cosiddetta “Torre Spaccata”. Verso la “marina” in mezzo ad un fondale che oscilla tra i 700 e i 400 metri, un monte sottomarino risale fino alla sommità che si trova a 25 mt sul livello del mare e indica la cosiddetta Secca di Amendolara, già presente nella carta della Magna Grecia (XVII-XVIII sec.) di Covens e Mortier che la indicano come l’isola di Sardis, il monte Sardo. Nell’odissea di Omero, il monte Sardo viene indicato come l’Isola di Ogigia dove la Dea Calipso detenne Ulisse prigioniero e da dove indica ad Odisseo la rotta da seguire per poter far ritorno in patria: “Egli dunque col timone guidava destramente seduto: né il sonno gli cadeva sugli occhi guardando le Pleiadi, Boote che tardi tramonta,
e l’orsa che chiamano col nome di Carro che ruota in punto e spia Orione: e la sola esclusa dai lavori di oceano. Gli aveva ingiunto Calipso, chiara fra le dee, di far rotta avendola in manca. (Odissea 270/177) In seguito alcuni abitanti si spostarono allargando il dominio sulla pianura verso Metaponto dove Epeo, il
mitico costruttore del cavallo di Troia, avrebbe fondato la città greca di Lagaria Amendolara è facilmente raggiungibile sia con la ferrovia che con autobus in modo da garantire quotidianamente servizi di trasporto di linea, collegandola direttamente con le maggiori città italiane.
Cibosofia e archeogastronomia
La Secca è uno dei simboli, insieme al meraviglioso castello federiciano, alla mandorla ‹pizzutella› e ai dolcissimi piselli, dell’identità territoriale di Amendolara, divenuta nel tempo un luogo apprezzatissimo dai piccoli pescatori locali. Tra corallo rosso e aragoste la seppia della Secca è di una prelibatezza unica. I piselli, hanno forma compatta con la punta rivolta verso l’esterno e colore verde scuro, da cui il termine ‘u verdon’ in dialetto, e un peso
7/10 g.
SEPPIE E PISELLI (per 4 persone)
Ingredienti:
– 1 kg di seppie o seppioline
– 400 gr di piselli
– 1/2 cipolla bianca
– 3 cucchiai di olio extravergine
– 1 bicchiere di vino bianco secco
– prezzemolo fresco
– sale
– 1 peperone crusco
Preparazione:
Pulire le seppie eviscerarle togliendo l’osso e la sacca con l’inchiostro, tagliare il corpo a striscioline e i tentacoli a pezzetti. Tritare finemente la cipolla e versare in una pentola capiente con un cucchiaio di olio soffriggere per circa 1 minuto fino a doratura. Aggiungere le seppie precedentemente pulite. Girate e fate insaporire mezzo minuto, aggiungete una parte di prezzemolo tritato finemente girate, infine sfumate con il vino bianco: Fate cuocere a fiamma vivace per 3 minuti, fino a quando il vino non è quasi del tutto sfumato. Aggiungete quindi i piselli, mescolate bene e aggiungete un bicchiere di brodo. Fate prendere il bollo, coprite con un coperchio e fate cuocere 20-25 minuti a fuoco moderato. Infine Scoprite e lasciate cuocere gli ultimi 5 minuti a fiamma viva scoperta, un cucchiaio di olio se gradite e infine, quando il sughetto si è ristretto, aggiungete sale e se gradite un pizzico di pepe. A cottura ultimata sbriciolate sopra un peperone crusco. Spruzzatele con il vino bianco e lasciatelo evaporare. Salate, pepate e cuocete per circa 20 minuti o fino a quando le seppie saranno tenere. Ritirate dal fuoco, trasferite seppie e piselli su un piatto da portata e servite subito.