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Storia e leggenda
Storia e Leggenda - Il Santuario della Madonna del Pollino si trova precisamente a Mezzana, una frazione di San Severino Lucano (PZ), sul versante settentrionale del Massiccio a 1537m.
L’imperatore bizantino Leone III Isaurico, per stroncare il commercio delle immagini, combattendo una venerazione considerata superstizione e idolatria, emanò un editto con il quale ordinava la distruzione delle immagini sacre e delle icone in tutte le province dell’Impero. Mosaici e affreschi furono distrutti, le icone fatte a pezzi e gettate nel fuoco; furono eliminate molte opere d’arte e uccisi o messi in fuga diversi monaci, i quali trovarono riparo nelle estreme regioni meridionali d’Italia. Successivamente,
intorno all’anno Mille, spinti anche dall’avanzata islamica, i monaci greci penetrarono in Basilicata secondo varie direzioni: dalla costa Ionica lungo le vallate dei fiumi lucani e dalla costa Tirrenica della Calabria seguendo il corso del fiume Lao, fino alla Valle del Mercure. Lungo la prima direttrice di espansione del monachesimo basiliano sorsero le fondazioni monastiche di Santa Maria e di San Pietro presso Armento; lungo la seconda, sorse quello di Sant’Angelo a San Chirico Raparo, fondato alcuni anni prima del '984 da Vitale da Castronuovo che, provenendo dalla Calabria attraversò il Pollino e si fermò nelle valli del Sinni e dell’Agri. La leggenda vuole che la statua della madonna sarebbe stata anticamente nascosta dentro il cavo di una roccia proprio da uno dei frati basiliani che, seguendo il percorso tracciato da Vitale, si trovò ad attraversare il Monte Pollino e qui, folgorato dalla maestosità del monte, decise di scavare una grotta nella roccia per farne luogo d’alloggio e di preghiera, ponendo all’ingresso della laura la statua della Madonna destinata a custodire il rifugio.
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Le apparizioni sul Monte
Storia e leggenda - Sette secoli dopo un pastorello, mentre portava al pascolo sul monte Pollino il suo piccolo gregge di capre e pecore, vide una bellissima signora circonfusa di luce,
bella come il sole: era la Vergine Maria. Stupefatto, il pastore raccontò a chiunque incontrò lungo la sua strada dalla meravigliosa visione che aveva avuto e, con il passaparola, la notizia si estese in breve a macchia d’olio su tutto il territorio. In quegli stessi giorni una pastorella, che non sapeva né leggere e né scrivere, si presentò al Prete di San Severino Lucano per consegnargli una lettera avuta da una “bella signora tutta vestita di bianco”, che le era apparsa mentre stava guardando il suo piccolo gregge di pecore e capre che pascolava nelle alture del Pollino. Dalla descrizione che ne fece la pastorella, il parroco comprese che il messaggio veniva dalla Santa Vergine Maria la quale esprimeva attraverso la lettera il desiderio che le venisse consacrato in quel luogo un edificio di culto. Il parroco nonostante promise a sé stesso di non farne parola con nessuno se non con il proprio Vescovo, non riuscì a far a meno di condividere la lettera con i propri fedeli, durante l’omelia della messa domenicale. A San Severino Lucano abitava Rosa Maria, sposata con Antonio Perrone affetto da un inguaribile malattia. Al sentire delle apparizioni, la donna si recò in compagnia di un'amica sul monte. Le due donne percorsero l’aspra e faticosa via che conduce al Pollino, col cuore trepidante e recitando preghiere, incominciarono ad avvertire molta sete. Pregarono allora la Vergine affinché facesse trovare loro almeno un po’ di acqua per sedare l’arsura e dissetarsi: improvvisamente videro sgorgare uno zampillo d’acqua da una grossa pietra e contemporaneamente notarono un’entrata che portava all’interno di una grotta, dalla quale si sentirono misteriosamente attratte. Quando le due donne entrarono dell’antro si accorsero che in un angolo c’era ammucchiato del pietrisco misto a terriccio che sembrava nascondere qualcosa. Iniziarono così a scavare a mani nude e trovarono una cassa con un panno di lana nel quale era avvolta una piccola icona lignea della “Regina del cielo”, la Vergine
coronata che indossa una tunica rosa antico e un manto giallo-oro, alquanto scolorita e sciupata nei lineamenti. Aveva nella mano destra una rosa purpurea mentre con la sinistra reggeva il Sacro Bambino Gesù, anch’esso coronato e rivestito con una tunica celeste a fiori e che mostrava, con la mano destra, un globo crocifero. Due angeli completavano il gruppo ligneo. Le due donne tornando a casa felici e con la cassa tra le mani trovarono il marito di Rosa Maria miracolosamente guarito. Al racconto della moglie l’uomo si inginocchiò in mezzo alla casa e, battendosi con il pugno della mano tre volte in petto, fece voto di costruire sul Monte Pollino una cappella in onore della Vergine Maria.