Comune di

Albidona

Regione Calabria - Provincia di Cosenza
1113
Abitanti
810 m
Altitutine
Albidona

Servizi turistici e strutture

In arrivo…

Albidona

La storia

“I Troiani sopravvissuti guidati da Calcante fuggono da Troia alla ricerca di una nuova terra, col mare messo in tempesta da Poseidone adirato con lui Approdano in una spiaggia con mare calmo e su una polla d’acqua incontrano la Dea Leucotea (Bianca Signora in greco) – Oh bella divinità dimmi se posso rifugiarmi su quella spiaggia bianca perché fuggiamo dall’ira di Poseidone che vuol farcii naufragare prima che arriviamo in Grecia. – Se con il legno della tua barca accenderai un fuoco in mio onore e gli danzerai attorno, ogni tuo desiderio sarà esaudito e ti garantirò protezione – risponde la Dea Leucotea. Calcante danza e dice di voler fondare un paese a cui darà il nome Leucotea in suo onore. Leucotea fa risalire i Troiani seguendo una bianca
fiumara con una fonte di acqua dolce e indica il posto dove far sorgere la città di “ Alba Domna”, Leucotea in latino. “

Nei secoli dopo a guardia di Albidona dalle incursioni piratesche effettuate soprattutto per rapire bambini cristiani, costruita dai monaci Basiliani sorge la
stupenda e intatta Torre di Albidona, posta su una collinetta rivolta verso il mare, e restaurata nel XVI secolo dal vicerè spagnolo don Pedro di Toledo e usata
come vedetta contro possibili attacchi dal mare da parte dei nemici Saraceni. 

La torre ha una forma cilindrica nella parte alta, mentre la base ha forma tronco-conica, con un diametro di circa 9 metri ed un›altezza di circa 12 metri; è costruita con pietre locali e le pareti sono spesse circa 2 metri. La comunicazione tra i piani interni è favorita dalla presenza di una scala a chiocciola e una botola molto suggestive. Altro luogo degno di visita è il Monte Mostarico (743 m), dalla cui vetta si può scorgere un panorama mozzafiato, offrendo la possibilità di spaziare l›occhio su tutto il golfo di Corigliano e la piana di Sibari.

Albidona

Cibosofia e archeogastronomia

Una pietanza antica di Albidona affonda le radici nel tempo dei Sissizi dove venivano offerte pani a forma di animali o di persone. L’offerta delle pupe di pane ripiene di ciccioli ai familiari e agli amici rappresenta un atto sacro di amore verso l’uomo e verso l’animale, il maiale, che lo insaporisce. Italo aveva convertito il popolo degli Enotri da allevatori di animali in agricoltori e aveva dato a quel popolo il nome di Itali (Politica VII, 10). Aristotele con quella frase certifica la nascita, assieme all’Italia, della dieta mediterranea perché quella terra produceva una gran varietà di frutta, verdure, cereali, castagne e ulive lungo tutto l’arco dell’anno. Il pane che si faceva nei forni dopo l’uccisione del maiale era a forma di bambola, una pupa. Il filosofo Pitagora, in ringraziamento per la scoperta del suo famoso teorema, offrì agli dei un Bue di Pane. Nelle fiere della costa ionica si vendono ancora oggi i mostaccioli, pasta di pane fatti a forma di animali o di pupe. Il pane che prende una forma umana è una tradizione che risale nell’ antichità , dove a volte si usavano quelle forme sostitutive per non uccidere l’animale, oppure per ringraziarlo perché con il suo sacrificio dava aiuto e protezione. Ad Albidona quando si ammazza il maiale si preparano le Pupe con i ciccioli oppure chiamate “moffette pi Frittuli”.

LE PUPE CON I CICCIOLI

Ingredienti:

– 400 grammi di farina di grano tenero;
– Sale;
– Lievito madre;
– 200 grammi di ciccioli;
– 1 spicchio di aglio;
– Origano;
– 2 dl di acqua;

Preparazione:

Impastare farina, sale e lievito con acqua. Far lievitare l’impasto per 4 ore; Battere a coltello metà dei ciccioli con aglio ed origano fino ad ottenere un composto cremoso; Stendere l’impasto con le mani. Spalmare i ciccioli battuti e quelli interi sull’impasto; Formare un filone, piegare in 2 il filone ed intrecciarne i lembi; Lasciar lievitare per altre 3 ore; Infornare a 250° per 45 minuti; La forma gli viene data facendo un filone di pasta che viene piegato in 2 ed intrecciato.

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