Comune di

Terranova di Pollino

Regione Basilicata - Provincia di Potenza
1031
Abitanti
926 m
Altitutine
Terranova di Pollino

Servizi turistici e strutture

Terranova di Pollino

La storia

Terranova di Pollino è situato a 926 metri s.l.m., con una popolazione di circa 1200 abitanti è il paese più all’interno nel Parco Nazionale del Pollino. Si arriva dalla Val Sarmento e la strada interna continua con una dorsale verso la Calabria Ionica che affianca le grotte del Raganello, ed un’altra dorsale verso la Calabria Tirrenica attraversando boschi e pianori popolati da cavalli liberi e orchidee selvatiche. 

Situato sotto il Monte Calvario, protetto da una timpa a cui ha “rubato” le pietre per le costruzioni delle proprie abitazioni, Terranova di Pollino si porge come un terrazzo che volge lo sguardo alle vette maestose del Parco Nazionale del Pollino. Ingresso naturale di accesso al Parco, l’aria pura, le fresche sorgenti, i territori incontaminati fanno di Terranova di Pollino uno scrigno di sapori e saperi dove le tradizioni e le usanze, tramandate da generazioni in generazioni, offrono al visitatore sacra ospitalità e cultura dell’ambiente sano e pulito. Il paese “dell’Arte Zampognara” da secoli coltiva la passione per la musica e la danza popolare. Maestri “zampognari” costruiscono a mano “zampogne e surdulline”, “ciaramelle e tamburelli”, tramandando i segreti dei suoni e degli accordi di questa nobile arte. 

La gastronomia e i prodotti tipici abilmente trasformati da mani esperte, intrisi di tipicità, riempiono le cucine dei ristoranti, delle trattorie, delle osterie e degli agriturismi di profumi e odori che raccontano l’unicità dei prodotti del territorio. Maestri di sci e guide ufficiali attraverso le escursioni guidate, itinerari in mountain bike, nordic walking, ciaspole e sci da fondo completano l’offerta per un turismo eco-sostenibile. 

La vegetazione, unica nel suo genere, si distingue per la grande ricchezza delle specie presenti che testimoniano la varietà e la vastità del territorio tra cui il Pino Loricato (Pinus Leucodermis Ant.), nome che deriva dalla corteccia che l’avvolge, ricorda la corazza dei guerrieri romani, la Lorica. Il suo nome scientifico deriva da Leuco che significa bianco e dermis che significa pelle. Albero ultracentenario, qualcuno addirittura arriva a più di 1800 anni, per la sua bellezza è stato scelto quale emblema del Parco Nazionale del Pollino. 

In questo stupendo territorio, luogo di grandi meraviglie naturalistiche, geologiche, ambientali e culturali, sorgono le Murge, di recente inserite nella rete dei Geoparchi tutelati dall’Unesco.

Terranova di Pollino

Cibosofia e archeogastronomia

“Ad ogni invitato veniva fornito un bicchiere per il vino con sfaccettatura decagonale che, riempito, equivaleva ad 1 /11 di lt, un cucchiaio e una forchetta, mentre il coltello era considerato un oggetto molto personale. Dopo le cerimonie in chiesa, colpi di fucile sparati in aria benedivano l’avvenuto matrimonio. Gli invitati prendevano posto alla grande tavolata, si dava inizio alla maratona gastronomica. 

L’antipasto era il “grattonato”, trippe di ovini ben pulite e precedentemente bollite, tritate con il fegato e cuore, impastate con pepe, formaggi e polvere di peperone, quindi il composto sfritto nella sugna e allungato con il brodo del bollito 

Come primo piatto veniva servito il bollito di agnellone profumato con sedano e prezzemolo; il brodo, precedentemente filtrato, veniva usato per insaporire il “grattonato” , ben pepato e servito in grandi scodelle assieme a pane e peperoncino. Quindi la pasta fatta in casa servita in grandi piatti –chiamati “spasa” –condita a strati alternata ad abbondante sugo di castrato, pecorino grattugiato e pepe macinato, piatti disposti al centro della tavola. Di solito veniva servita una “spasa” ogni 6 persone a cui si attingeva singolarmente. Fiaschi di vino nascosti sotto il tavolo riempivano i bicchieri svuotati e il rumore dei tocchi di vetro che si incontravano e si incrociavano nei brindisi erano suoni di allegria e auguri. A seguire, nello stesso piatto veniva servita la carne di castrato al sugo. 

Chiudeva il pranzo la carne arrostita allo spiedo unta in continuazione con dei rami di origano bagnati in una miscela di olio e aceto, accompagnata da insalate e verdure varie. 

Alla fine gli sposi salutavano gli invitati, regalando loro un cucchiaio di colorati confetti. Ma le celebrazioni continuavano fino all’alba con i biscotti salati, formaggio e vino, al ritmo di organetti che suonavano tarantelle, accompagnati dal suono ritmico di una chiave che batteva su di una bottiglia ormai vuota. Era tramontato il tempo dello ius primae noctis!”.

 

GRATTONATO

Ingredienti:

– Una trippa ovina
– Il cuore della coratella
– Un pezzo piccolo di fegato
– 200 gr di pecorino grattugiato
– 4 uova
– un cucchiaio di strutto
– un cucchiaio di polvere di peperone
– un pizzico di pepe macinato
– 1 litro di buon brodo di manzo filtrato
– un cucchiaio di olio extra vergine di oliva
– sale qb

Preparazione:

Lavare, pulire e bollire la trippa e tritarla. Ridurre a pezzettini il cuore e il fegato e sbollentarli quindi tritare con la trippa. Sbattere le uova con il formaggio e il
pepe. In una pentola versare l’olio e il cucchiaio di strutto facendolo sciogliere quindi a caldo versare il cucchiaio di peperone in polvere e aggiungere il composto di trippa, girare energicamente con un mestolo di legno facendo appena tostare. Aggiungere il composto delle uova alla trippa facendo attenzione a non far rapprendere le uova, mescolare bene. Quindi versare pian piano il brodo come se fosse un risotto, mescolando bene aggiungere man mano il brodo di carne, fino ad ebollizione. Aggiustare di sale e servire caldo.

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