Comune di

Trebisacce

Regione Calabria - Provincia di Cosenza
8593
Abitanti
73 m
Altitutine
Trebisacce

Servizi turistici e strutture

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Trebisacce

La storia

Trebisacce, borgo della Costa degli Achei, deve il suo toponimo al bizantino Trapezàkion “piccola tavola”, “mensa”, riferimento al pianoro su cui è sorto l’abitato. Testimonianze archeologiche registrano la presenza di insediamenti umani come quelli rinvenuti in località Broglio, dove sono stati riportati alla luce reperti risalenti alla media età del Bronzo e del Ferro e resti di un villaggio protostorico. Trebisacce fu, fin dall’antichità, un centro fiorente e ricco.

Una fitta rete stradale e la viabilità marina fra le varie polis della Magna Grecia, favorirono il centro e la sua economia. Inoltre, grazie alla sua eccellente posizione strategica con eventuale ritirata su Monte Mostarico e l’immediata vicinanza al mare, Trebisacce si poneva, come oggi, un punto obbligato e di controllo dell’unica via di comunicazione fra Metaponto e Sibari. 

Con la conquista della Magna Grecia da parte dei Romani, Trebisacce visse un periodo di decadimento economico dovuto a cambiamenti della struttura politica e amministrativa della Sibaritide. La stessa documentazione archeologica del periodo risulta scarsa. Durante il periodo bizantino il paese comincia a chiamarsi Trapezàkion. Lo sviluppo commerciale ed economico è aumentato soprattutto negli anni Novanta del XX sec. Ed è continuato fino a oggi. La cittadina, da paese di pescatori è divenuto un centro economico, commerciale e turistico fra i più attivi della Costa degli Achei. 

Il lungomare di Trebisacce è lungo circa cinque chilometri di costa ionica. Costeggia l’antico abitato e si rappresenta il teatro della vita cittadina, che lo vive per fare sport e passeggiate all’aria aperta. È stato recentemente riqualificato, ed è dotato di un elegante lastricato bianco. Alcuni alberi garantiscono la giusta ombra anche nelle ore più calde della giornata. Il territorio del comune confina con quelli di Albidona a nord ovest, di Plataci a sud ovest, e di Villapiana a sud, mentre ad est è limitato dal Mar Ionio. 

Trebisacce è raggiungibile sia per via ferroviaria e sia attraverso la società Autolinee Sai ed Intersai che garantisce quotidianamente servizi di trasporto di linea, collegandola direttamente con le maggiori città italiane (Bari, Roma, Napoli, Torino, Firenze.). Negli ultimi cinquant’anni, Trebisacce ha raddoppiato la sua popolazione. Dagli anni ‘70 gode di uno sviluppo economico e commerciale continuo, che è aumentato ancor di più dagli anni ‘90 del XX secolo fino ad oggi, trasformando radicalmente la cittadina, da paese di pescatori fino a metà del ‘900 ad un attivo centro economico-commerciale-turistico della Costa Jonica, l’unico centro dell’Alto Jonio che raggiunge quasi i 10.000 abitanti di popolazione.

Trebisacce

Cibosofia e archeogastronomia

Il sentiero posto lungo il letto delle Fiumara che si riversa nel mar Ionio veniva chiamato “La via del pianto” perché gli abitanti dai paesi vicini che partivano per il servizio militare, per emigrare o andare a studiare o per ragioni di salute, sino agli ’60 insieme ai loro familiari, versavano tantissime lacrime fin dall’uscio della propria casa e lungo lo stesso itinerario che, con l’aiuto di muli o asini utilizzati per il trasporto delle famigerate “valigie di cartone legate con spago” portava allo Scalo di Trebisacce o Amendolara. 

La presenza di sorgenti sottomarine di acqua dolce ha arricchito il territorio di prelibato pesce noto ai tempi di Sibari e Thuri. In epoca romana le sarde e le alici venivano usate per preparare il Garum, una salsa ottenuta da interiora dei pesci con erbe aromatiche, utilizzata poi per condire le pietanze. Gli abitanti di Trebisacce hanno trasformato in “sardella con pepe rosso”. La “sardella con pepe rosso” si prepara con ingredienti diversi e i tempi di preparazione sono molto più brevi. Conservata a lungo, anche al di fuori del frigo, perché è una preparazione a base di peperoncino piccante e sale. 

A Trebisacce poi si è custodi anche di uno dei più antichi dolci arabi, la “giurgiuleia” preparato con semi di sesamo e miele su fiori di zagara. Fiori di zagara raccolti da un arancio unico, il cosiddetto “biondo di Trebisacce”. E ’una varietà di arancia rinomata dal gusto sapido che si coltiva nelle campagne situate fra il mare e le montagne del Pollino. Questa particolare varietà di arancia si è adattata alle condizioni climatiche e del suolo dell’Alto Jonio, il massiccio del Pollino protegge dalle correnti più gelide e la bassa percentuale di argilla ritardano la loro maturazione, si lasciano sulla pianta fino a primavera inoltrata. Lasciato sulla pianta permette di mantenere inalterato il profilo organolettico, migliorando così l’equilibrio fra dolcezza e acidità. Il biondo tardivo è un frutto dalla forma ovoidale, dal colore molto chiaro e che pesa mediamente 170 grammi. La buccia racchiude una polpa compatta e succosa, dal profumo deciso e delicato al tempo stesso. Consumato ad insalata assieme alla cipolla e alla sardella ha un sapore unico.

SARDELLA CON PEPE ROSSO

Ingredienti:

– 1 Kg di sardella “mezzavestita”
– 10 gr di sale
– 7 gr di polvere di peperoncino
– 3 gr di peperoncino secco a scagliette
– 1 peperoncino freschi tagliuzzati finemente

Preparazione:

Lavare bene la sardella nell’ acqua di mare poi farla scolare all’interno di un colapasta. A parte, miscelare il peperoncino in polvere e a scagliette piccole, con il peperoncino fresco tritato. Mescolate la sardella con il sale e il composto di peperoncino. Coprite con un peso e lasciate macerare per due giorni. Trascorso il tempo di riposo rimescolate bene tutti gli ingredienti. Trasferite il composto così ottenuto all’interno di un vaso di vetro pulito. 
Questa salsa piccante, “sardella con pepe rosso” si conserva per qualche giorno in frigorifero, all’interno di un contenitore con coperchio.
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